Terreriflesse, ti faccio provare il riso.

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Viviamo nel Paese (forse) più bello del mondo, ma non siamo capaci di valorizzarlo…Gli esempi di eccellenza di cui spesso scrivo si riferiscono a Paesi che hanno poco, ma lo sanno comunicare e valorizzare molto bene (un esempio su tutti: l’Australia).

Eppure negli ultimi anni anche in Italia sono fiorite numerose realtà locali che promuovono il territorio in maniera diversa, non convenzionale. Si basano su leve quali “far vivere l’esperienza” o “raccontare storie”. Le osservo sempre con interesse e grande attenzione (oltre ad ammirare gli sforzi di chi c’è dietro), perché credo che saranno sempre più le iniziative di questo tipo a far vivere esperienze uniche e autentiche ai turisti e quindi a spingerli a tornare nel nostro Paese.

Oggi vi racconto di una di queste realtà, Terreriflesse. Anzi, ve la racconta il mio amico Massimo. Buona lettura!

"Ti faccio provare il riso” potrebbe essere un claim che funziona? Io, Sabrina e Dario ci siamo sempre chiesti cosa poteva essere interessante della nostra terra e, con l’associazione Terreriflesse, abbiamo cominciato a chiederlo anche agli operatori del vercellese: agricoltori, ristoratori, albergatori, enti per il governo del territorio, altre associazioni, istituzioni e chiunque volesse partecipare alla nostra ‘inchiesta’… La risposta è stata ‘provare’ il riso nella sua interezza, come eredità culturale, come qualcosa che ha modellato la nostra terra così come ha modellato le nostre esperienze di vita.

“Ogni vercellese ha avuto una nonna, una mamma o una zia mondina”, mi piace sempre dire agli amici di altre zone geografiche. Le mondine non sono più nei campi, ma rimane e aleggia il loro spirito, ad esempio, nei proverbi. Saggezza, racconti? In Terreriflesse preferiamo chiamarle ‘esperienze’ e questa è stata la risposta più importante di chi lavora con noi: far provare il riso.

Ecco perché abbiamo pensato, ad esempio, al Safari delle Risaie, nella versione in fuoristrada o a piedi. Possiamo raccontarvi del ciclo dell’acqua, del sistema irriguo unico a livello mondiale, parlarvi del ‘mare a quadretti’ o delle Grange dei frati Cistercensi ma se non vi immergete (in senso vero e proprio) in risaia vi riuscirà davvero difficile apprezzare a fondo una storia secolare.

Da appassionato di storytelling per le imprese, credo che uno dei modi migliori di narrare una storia sia quello di consegnare la stessa all’ascoltatore, cioè fargli provare un racconto, con l’esperienza personale all’interno dello stesso. E non è una questione tecnologica, è un passaggio che va oltre i social network, i device o la realtà aumentata, possiamo dire che li comprende come veicolo ma deve cominciare sulla pelle dell’ascoltatore.

Un esempio? Ascoltare un agricoltore che vi descrive le proprietà del riso “Apollo" mentre siete sull’argine di un campo nel quale viene coltivato e potete sentirne distintamente il profumo. E’ un riso aromatico naturale italiano. O ancora un acquaiolo vi racconta di come l’acqua in pianura possa muoversi in maniera naturale e arrivare ad irrigare ettari ed ettari di terreno mentre ascoltate il "musicale incedere" dei canali, magari seduti su un argine insieme ad un airone. Stiamo ancora crescendo, ma questa è la nostra voglia di coinvolgervi nella storia della bassa vercellese…vi aspettiamo, allora, a "provare il riso”!

Avete altre realtà da segnalarmi che promuovono il turismo nella loro zona sulla falsariga di Terreriflesse? Sono qua, pronta ad ascoltare!