L’abito fa il monaco? Dipende, è fondamentale essere coerenti con il messaggio che comunichiamo!

Photo credits: @Ben Rosett

Photo credits: @Ben Rosett

Sono Isabella RattiBusiness Image Expert e Style coach, da bambina disegnavo abiti, oggi aiuto le persone e le aziende a disegnare la loro immagine, trasformando imperfezioni e difetti in punti di forza. Credo nella moda al servizio delle persone.

Il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone e le aziende a migliorare la propria immagine, per sentirsi bene e sicure di sé. Uno degli aspetti più avvincenti della mia professione consiste nel vedere come, spesso, il cambiamento esteriore sia il segnale di un moto interiore molto più rapido.

 La mia filosofia professionale? La moda deve essere al servizio delle persone, aiutarle a esprimere loro stesse e a comunicare al mondo chi sono, cosa provano e cosa sognano. Ecco come è nato il mio mantra “Democratize fashion”: rendiamo democratica la moda, sentiamoci liberi di indossare quello che vogliamo senza preconcetti e imposizioni.
Come dico sempre «Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione».

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Quando interagisci con i tuoi colleghi, quando presenzi a un evento, quando partecipi a discussioni con altri professionisti o condividi delle risorse sui social network stai dando forma al tuo brand. Voglio parlarti del personal branding, di quanto sia importante per un professionista comunicare nel modo giusto il proprio valore per diventare un punto di riferimento nel proprio settore.

Quando incontri una persona per la prima volta, i primi secondi di conoscenza sono fondamentali. Il tuo interlocutore cercherà nel tuo aspetto e nel linguaggio non verbale del tuo corpo gli elementi che gli confermino che può fidarsi di te.

Se ti proponi a un’azienda del settore finanziario devi essere consapevole che la formalità, anche nell’abbigliamento, è un aspetto imprescindibile. Se ti presenti a un colloquio vestita casual o con abiti di colori troppo appariscenti al 99% ti giocherai ogni chance di ottenere il lavoro.

Secondo il sito Personalbranding.it: «Il tuo personal brand è la ragione per cui un cliente, un datore di lavoro o un partner ti sceglie». Il concetto è lo stesso che vale per un brand: perché scegliamo una marca piuttosto che un’altra? Perché è riuscita a leggerci nella mente, a interpretare i nostri bisogni e a guadagnarsi la nostra fiducia.

Nel mondo del lavoro succede più o meno la stessa cosa: per essere considerati un punto di riferimento in un determinato settore bisogna dimostrare di essere degli esperti, di conoscere il contesto in cui ci si muove, di essere aggiornati e sapersi relazionare con i propri colleghi.

Lavorare su te stesso e sul tuo personal branding ti permette di affermarti come esperto nel tuo ambito. Perché ciò avvenga devi essere consapevole che ogni tua azione, online e offline, contribuisce a creare la tua identità di marca come professionista.

Significa definire il racconto della tua personalità, delle tue aspirazioni e di quei valori che per te e il tuo settore sono importanti. Metti in evidenza il meglio di te, comunica efficienza, sicurezza ed equilibrio. Questo ti permetterà di realizzare tutti i tuoi progetti.

Però è da tenere ben presente che la forma non è più importante della stanza, deve essere creato un giusto mix. Se mi chiedessero: “Secondo te avere un bell’aspetto è una condizione necessaria per avere successo?” non avrei alcun dubbio sulla risposta: NO.

La mia esperienza come Business Image Expert, mi ha dimostrato che la bellezza fine a se stessa non è così importante per fare una buona prima impressione. L’errore che facciamo un po’ tutti, e che spesso ci porta ad essere insicuri, è quello di credere che un bel fisico basti per ingraziarsi qualsiasi interlocutore. In realtà ci sono tanti elementi che entrano in gioco quando conosciamo qualcuno per la prima volta e la bellezza condiziona solo in parte il giudizio di quella persona su di noi.

Un volto sorridente, un atteggiamento disponibile, un tono di voce gradevole, un aspetto coerente con l’ambiente in cui ci si trova e con la persona con cui si sta parlando sono tutti elementi fondamentali che concorrono a creare un’immagine positiva.

Se credi di non poter raggiungere traguardi importanti, nella tua vita personale come in quella professionale, solo perché sei di una bellezza “normale”, ti stai sbagliando. Per fare una buona prima impressione devi essere innanzitutto sicuro di te stesso e della tua bellezza, a prescindere da canoni estetici e mode. Il mio discorso potrà sembrarti utopico, del tutto fuori dalla realtà, ma io parlo con cognizione di causa: se ciò che più ci attrae della bellezza è l’equilibrio della simmetria, perché non sfruttare questa caratteristica spostandola su un altro elemento. 

Uno stile in sintonia con la tua personalità e con la circostanza in cui ti trovi ti faranno sentire sicuro di te e soddisfatto e questo si vedrà anche all’esterno, proiettando un’aura di bellezza ancora più potente della semplice bellezza fisica.

Nell’ambito professionale è importante mostrarsi decisi e sicuri di sé, soprattutto se si vuole essere ascoltati e presi seriamente in considerazione. Il tuo aspetto, il modo in cui il tuo look anticipa le parole che dirai, cambia la percezione che il tuo interlocutore ha di te. Non solo: anche la tua percezione di te stesso sarà influenzata.

Se usi il web per lavoro, la tua immagine online ha un peso molto importante. Le persone, soprattutto quelle che non ti conoscono, devono potersi fidare di te, considerarti un professionista serio e preparato. E come possono sapere se sei la persona giusto se non ti conoscono personalmente?

Si affideranno alla tua immagine online, cercheranno informazioni sulla tua reputazione in rete , andranno a “sensazioni”, quelle che ispireranno il tuo avatar, ovvero la tua foto profilo.

Come puoi assicurarti di comunicare sempre il messaggio giusto attraverso le immagini che ti rappresentano online?

Con un lavoro costante e coerente di Personal Branding.

La tua immagine trasmette emozioni positive o negative, se sono positive puoi ottenere la fiducia di chi sta dall’altra parte e cominciare una relazione professionale che può darti tante soddisfazioni. Se invece, sfortunatamente, hai scelto la foto profilo sbagliata, la sensazione di chi osserverà la tua immagine, in cerca di elementi utili per conoscerti, sarà negativa, con il risultato di farti perdere delle buone occasioni professionali.

Oramai non è più possibile fare una diversificazione di mercato al giorno d’oggi, bisogna avere un’immagine coerente sia a livello online che offline le due cose non possono essere trattate separatamente. Siamo brand ambassador di noi stessi o della azienda che rappresentiamo. 

Photofeeler ha svolto un interessante studio al rispetto, individuando gli elementi di una foto che fanno percepire una persona come competente, simpatica e influente, i 3 aspetti più importanti quando si deve decidere se collaborare o meno con un professionista.

Sono stati presi in considerazione l’espressione degli occhi, il viso, il corpo, l’abbigliamento, diversi tipi di sfondo e infine l’editing dell’immagine. I risultati di questa ricerca, effettuata su oltre 60.000 valutazioni per 800 foto profilo, tolgono ogni dubbio su come dovrebbe essere la foto profilo perfetta per comunicare professionalità, intelligenza, competenza e simpatia.

Come vedi gli obiettivi possono essere tanti, ma il risultato che si cerca di ottenere facendo personal branding è sempre uno solo: essere riconosciuto nel proprio settore come un esperto.

Per raggiungere questo scopo è importante svolgere un lavoro costante di comunicazione e curare la propria reputazione online (o web reputation), cercando di essere strategici e coerenti. I canali a disposizione di un professionista per farsi conoscere e apprezzare come esperto sono diversi, dal blog personale ai social network. E proprio riguardo a quest’ultimo punto mi piacerebbe farti capire il ruolo dei social per il personal branding.

Studiando l’argomento, mi sono imbattuta in un libro davvero affascinante che fornisce diverse piste utili, “La mucca viola: Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone” di Seth Godin.

La metafora delle mucche marroni, tutte uguali tra loro, è perfetta per rappresentare tutti quei brand, quei professionisti e quelle aziende che attuano sempre nello stesso modo, che non rischiano, che non si distinguono gli uni dagli altri. L’unico modo per emergere e farsi notare è differenziarsi: diventare quindi una mucca viola. Questo significa non omologarsi agli altri, percorrere strade alternative e fidarsi del proprio istinto. Se vuoi riuscirci devi essere:

·       creativo

·       autentico

·       appassionato

·       innovativo

·       originale

Se dentro te stesso riesci a trovare queste qualità e portarle avanti con determinazione, rifiutando di essere come tutti gli altri, riuscirai a rafforzare il tuo brand personale quel tanto da emergere rispetto a tutti gli altri.