Indossate il vostro personal brand

Photo credits: Kai Pilger

Photo credits: Kai Pilger

Mi chiamo Massimo Benedetti, mi occupo di corporate storytelling.
Aiuto le aziende a cercare empatia con i propri pubblici
, soprattutto nel digitale.

Sono convinto che ogni impresa abbia, al suo interno, contenuti di valore e racconti per coinvolgere sempre più persone. Il mio mestiere è quello di cercarli insieme a loro ed attivarli. 

Insieme a Matteo Bellizzi e Rosario Carnovale sono founder di Bottega Miller, uno spazio in cui diversi professionisti si trovano per svolgere il proprio lavoro, scambiare punti di vista e far nascere al suo interno progetti di collaborazione. 

Io e Rosario siamo inoltre soci in Studio Miller, che nasce nel 2017 all’interno di Bottega, per realizzare progetti di comunicazione e marketing per i brand favorendo il co-design.

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Siete vestiti bene?
Provo a scrivere meglio la domanda: vi sentite bene, vestiti come siete ora? 

Vi sarà capitato che qualcuno vi abbia detto: “come stai bene vestito così” e forse era proprio quella volta che avevate pensato bene a cosa indossare. 
Quella camicia che vi calza a pennello, le scarpe intonate ai pantaloni o alla vostra gonna preferita.

Ognuno di noi può scegliere come vestirsi o vestirsi senza scegliere, in ogni caso comunica qualcosa all’esterno. 
In generale, più siamo naturali, più siamo a nostro agio e più sappiamo portare bene un capo. L’abbigliamento è una porzione di noi stessi che mostriamo agli altri, forse quella più evidente ad una prima occhiata.
Per chi avesse capito che voglio vendere capi di abbigliamento, chiarisco subito: non è così. 

Mi rifaccio a Federico Batini e Andrea Fontana e al loro “Storytelling Kit - 99 esercizi per il pronto intervento narrativo” (ed. ETAS) dove scrivono che “il racconto del sé professionale è sempre una fiction, una porzione di realtà che affidate strategicamente al mondo”.
Da qui mi viene in mente un parallelo tra abbigliamento e personal branding, vi condivido qualche spunto.

Le scarpe
Qual è il loro fine ultimo? Ci permettono di camminare più a lungo, comodi e con i piedi protetti. I piedi stanno alla base, come i nostri valori più profondi, ci aiutano ad andare lontano, non dobbiamo dimenticarcelo. 
E quindi le scarpe potrebbero essere i nostri valori professionali.

Avete mai provato a fare due elenchi distinti: valori umani da una parte e professionali dall’altra. Quanti appartengono ad entrambe le liste?
Esistono delle storie che ve li hanno fatti scoprire, ne sono sicuro. Scriverle e conservarle è come avere scarpe per tutte le strade e per tutte le occasioni.

I pantaloni, le gonne, i leggins
Come sono fatti i vostri pantaloni? E la vostra gonna? Quante tasche avete? Vita alta o bassa? È un capo elegante o da ‘tutti i giorni’?
Mi viene in mente che i pantaloni possono rappresentare ciò che sappiamo fare bene davvero, ciò che sappiamo svolgere al meglio nel nostro lavoro. 

Provate a farne una sintesi in 10 righe.
Cinque righe che parlino di voi: qual è il vostro mestiere? Cosa sapete fare al meglio, in cosa siete davvero imbattibili?
Cinque righe che parlino del vostro pubblico: perché vi ha scelto? Cosa apprezza di più del vostro modo di lavorare?

Le T-Shirt, le giacche, le camicie
A mio parere è la parte più in evidenza dell’abbigliamento, quella che si nota di più
Si tratta del primo elemento che gli altri vedono, che ci fa risultare simpatici, affabili, empatici insomma deve contenere il gancio giusto per farci notare e avvicinare. 
Mi vengono subito in mente le T-shirt con scritte e immagini. 
Quali sono i contenuti che volete mostrare agli altri? Volete provocare, far discutere, sorridere, informare? Guardando il resto del vostro abbigliamento, vi sentite a vostro agio, si intona e si abbina oppure volete indossare qualcosa che ‘stacca’ e ‘sdrammatizza’?

Cercate contenuti che possano essere di valore per il vostro pubblico. 
Create un elenco e fate una classifica, mettendo al primo posto quello più accattivante.
Approfondite i primi tre cercando delle storie che li riguardino, condividetele dando il vostro punto di vista.
Nel mondo della condivisione sfrenata, nella caccia a chi pubblica i contenuti più virali, ci si dimentica di chiedersi quanto essi siano in linea con la propria identità professionale, con i propri obiettivi e aspirazioni.

Gli accessori
Gli orecchini, il bracciale, la borsetta fanno la differenza, danno il tocco che distingue uno stile da un altro.  Cosa aggiunge il tocco inconfondibile al vostro modo di lavorare? 
Riuscite a fare un elenco di elementi concreti e tangibili?
Potreste scrivere brevi storie in cui i vostri clienti hanno percepito la vostra ‘firma’ e ve l’hanno detto.
Non ve ne vengono in mente? Bene, è il momento di cominciare a chiedere ai clienti... 

Sì, è vero, “l’abito non fa il monaco”
...ma il vero monaco sa che deve farsi un abito per lavorare al meglio.

Restando in metafora, scegliete il vostro abito con cura, perché la velocità del digitale si basa su approcci rapidi, occhiate veloci, letture skimmed e pochi secondi di visualizzazione, il colpo d’occhio conta.
Scorrendo veloce un feed di un qualsiasi social network, leggendo le prime battute di un profilo, guardando la foto principale o i contenuti pubblicati su una bacheca ognuno di noi fa una prima scrematurapoi si approfondisce, in una fase successiva, si legge fino in fondo, si apprezza e si capisce quanto vale il monaco.
Mi ripeto: Il colpo d’occhio conta.
Fate in modo che si possa cogliere una porzione efficace del vostro personal brand.