A come Autenticità

L’importanza dell’autenticità nel personal branding

Photo credits: Alexander Andrews

Photo credits: Alexander Andrews

L’autenticità è a mio avviso una delle basi su cui si costruisce un personal brand di successo, sia come professionista, che nel ruolo di Brand Ambassador per la propria azienda.

Ma cosa si intende esattamente con il termine autenticità? Patrizia Menchiari nel suo libro Cardiomarketing definisce l’autenticità come “…un mix di credibilità, originalità e umanità”.

Autenticità è mostrarci per quello che siamo, mettendo in luce i nostri pregi, ma anche senza troppo timore di far vedere i nostri punti deboli, perché, sempre volendo citare Patrizia Menchiari: “L’era delle modelle ritoccate e delle foto finte è finita, il pubblico è stanco di essere manipolato, reagisce con insofferenza alle promesse retoriche e agli stereotipi”. 

Negli ultimi tempi mi sono imbattuta in un paio di discussioni su LinkedIn nelle quali si sosteneva che fare bene personal branding significa “sapersi vendere, non svendere”. Non so quale sia la vostra opinione a riguardo, ma personalmente l’espressione non mi piace: credo infatti che lavorare sul proprio brand personale non significhi imparare a vendersi, quanto piuttosto imparare a valorizzare le proprie competenze e i propri punti di forza, senza volersi spacciare per qualcosa (o qualcuno) che non si è.

ll personal branding funziona quando c’è autenticità nelle cose che facciamo, che raccontiamo di noi, in come ci relazioniamo con gli altri, perché solo se siamo autentici siamo credibili e memorabili nel lungo periodo. 

Identificare i nostri punti di forza e di differenziazione, ma allo stesso tempo capire quali sono i bisogni e le esigenze del nostro pubblico per volerlo aiutare, portargli valore e condividere con lui informazioni rilevanti, è il processo corretto per mettere a punto una strategia di self-marketing autentica e anche efficace.

Possiamo perfezionare le modalità per comunicare con il pubblico (ad esempio trovare il nostro tono di voce), scegliere gli strumenti migliori, imparare le tecniche per fare un buon personal storytelling, ma se alla base non c’è l’autenticità, tutto inevitabilmente suonerà falso ed artificiale…

Non sono sicura che vi piacerebbe vivere nella finzione, soprattutto non piacerebbe al vostro pubblico: vorreste cominciare una relazione (di qualunque tipo) con qualcuno che si rivela poi essere una persona completamente diversa? Non sareste delusi e anche un po’ arrabbiati?
Le bugie hanno le gambe corte, anche nel personal branding. 

La paura di non essere all’altezza può farci credere che sia meglio mentire; in realtà ciascuno di noi ha competenze e talenti che lo rendono differente, in grado di rispondere ai bisogni del suo pubblico in maniera unica e distintiva. Chiunque può mettere a punto una strategia e un piano d’azione (e di comunicazione) tagliati su misura, per riuscire a differenziarsi, senza il bisogno di fingere.

Servono (solo) tanto impegno e costanza, ma è solo così che si può costruire un personal branding di successo, perché basato sull’autenticità.

Le scorciatoie spesso si rivelano per quello che sono: vicoli ciechi.